LA VISTA DEL NEONATO ALLA NASCITA PREVENZIONE E RISCHI DELL’HANDICAP VISIVO

Il neonato alla nascita vede circa 1/20.
Questa visione gli permette di fissare un viso e stabilire una comunicazione visiva.
L'acuità visiva si sviluppa regolarmente man mano che cresce, fino a raggiungere una risoluzione di 3-4/10 all'età di un anno.
Durante questo primo anno impara a dare un significato agli oggetti che percepisce. È quindi importante sorvegliare che il bambino sviluppi una visione normale.
La visione stereoscopica si sviluppa a partire dal quarto mese, ed è importante valutarla nel momento in cui si esegue l'esame ortottico, non prima del sesto mese.
L'accomodazione e la convergenza sono molto evidenti dal primo mese.
La visione dei colori comincia dal secondo mese, con il contrasto rosso/verde. Non vi sono esami clinici per la quantificazione della visione dei colori prima che il bambino cominci a parlare ed esprimersi.
Il campo visivo del bambino all'inizio è molto limitato e va via via adeguandosi fino al primo anno di vita. Sarà il bambino a gestire la sua visione dirigendo la sua attenzione verso la periferia del campo.
I movimenti oculari sono precoci e numerosi, anche perché il bambino deve scoprire l'ambiente.
È quindi auspicabile tenere sotto controllo la vista del bambino, anche se non vi sono segni evidenti di strabismo e non bisogna aspettare che un ritardo dello sviluppo tradisca un difetto visivo.
Vi sono dei test per la misurazione della vista del bambino, o meglio per rivelare se vi sono difetti visivi in età precoce. I bambini sottoposti ad esame visivo sono facili da esaminare quando hanno tra i 6 e i 9 mesi di vita.
Questa è infatti l'età giusta per vedere i difetti di refrazione, l'ambliopia e lo strabismo.
Questa facilità infantile vale anche per la terapia, nel caso bisogni ricorrere all'occlusione o agli occhiali.
L'ambliopia è facile da recuperare tra un anno e due anni e mezzo. Però più si va avanti e più il recupero diventa difficile.
Durante le visite ai bambini che non parlano ancora, vengono utilizzate delle tavole particolari.
I test utilizzano la propensione dei bambini a portare il loro sguardo su un motivo situato su un fondo uniforme.
Queste tavole hanno un motivo circolare concentrico. Questo permette di evitare gli errori di misurazione della risoluzione che sarebbero dovuti all'astigmatismo.
Al centro della tavola vi è un foro che permette all'esaminatore di determinare la direzione dello sguardo del bambino e il modo in cui questi fissa il motivo.
L'esito del test permette di determinare la diagnosi di una ambliopia poco profonda, e la sua evoluzione.
La distanza dell'esame dipende dall'età e dalle condizioni fisiche del bambino.
L'esame comincia con la misurazione della visione binoculare. La misurazione monoculare è più veloce. L'esame è facile se fatto entro il decimo mese del bambino.
Dopo il diciottesimo mese diventa nettamente più difficile, difatti alcuni bambini si rifiutano completamente di partecipare.
L'esame per l'ambliopia è utile soprattutto a partire dal sesto mese. A quest'età l'ambliopia è molto spesso di origine strabica: poco profonda, è facilmente recuperabile con un'occlusione moderata e, soprattutto, l'occlusione e gli occhiali sono ben accetti.
I sintomi dell'ambliopia e dello strabismo diventano più evidenti e la cooperazione è ottenuta facilmente.
Per questi motivi ci si aspetta una visita di depistaggio tra il settimo e il nono mese.
Un bambino con una cattiva visione può essere esaminato a due mesi con una buona possibilità di successo. Solitamente questi bambini sono visitati durante il terzo mese. Anche se il primo esame solitamente non è attendibile, prepara per il secondo esame che permetterà di affermare l'eventuale livello della risoluzione.
Questa valutazione precoce del deficit permette di orientare l'educazione specializzata che sarà intrapresa dal quarto mese.

ESAME PER L'IPOVISIONE DEI BAMBINI
Ogni bambino deve essere sottoposto ad un regolare esame visivo per valutare lo stato di salute dell'occhio e del sistema visivo.
Un bambino con difetti visivi può avere delle difficoltà, a seconda dell'età di sviluppo del difetto. Per esempio, se il difetto si sviluppa prima dei cinque anni, il bambino può avere danni fisici, cognitivi e di sviluppo sociale.
In un bambino più grande si sommano difficoltà di apprendimento a scuola o di interattività con gli altri.
È perciò importante determinare i problemi visivi il più presto possibile. I bambini che hanno problemi visivi devono essere sottoposti a visita specialistica presso un medico oculista, il quale deve valutare i diversi aspetti della funzione visiva.
Una volta determinate le necessità visive, si possono fare i giusti interventi, che possono essere la prescrizione di occhiali o di strumenti ottici appropriati.
Lo scopo della visita per l'ipovisione è proprio quella di aumentare la funzione visiva attraverso l'uso di strumenti ottici.

IL FATTORE ETA'
L'esame pediatrico per l'ipovisione varia a seconda dell'età del bambino, sia in termini di tecniche dell'esame, sia in fatto di prescrizioni.
Nei bambini la prima cosa da fare, è quella di raccogliere più informazioni possibili circa la funzione visiva in modo che il medico possa decidere un programma appropriato per assistere e limitare lo sviluppo del problema.
Queste funzioni spesso includono l'acuità visiva (misura di un piccolo oggetto che l'occhio può distinguere), errori refrattivi (tipo di prescrizione necessario per ottimizzare la visione), campo visivo (estensione della dimensione della visione), funzione dei muscoli dell'occhio (abilità di muovere gli occhi in tutte le direzioni), coordinazione dell'occhio e visione del colore.
È spesso difficile ottenere dati accurati per quanto riguarda i bambini piccoli, mentre alcuni aspetti della funzione visiva possono essere stimati utilizzando tecniche speciali.
Una delle tecniche usate per valutare l'acuità visiva è il test della visione preferenziale.
In questo test sono presentate delle tavole che contengono delle griglie di contrasto differente contrapposte a tavole di grigio della stessa luminosità su una metà della tavola.
Se il bambino guarda la griglia perché preferisce indirizzare lo sguardo in tale direzione significa che ha una buona acuità visiva se riconosce e dà maggiore attenzione alle griglie più piccole.
Altri test, come quello del campo visivo, possono essere fatti al bambino usando oggetti a lui familiari come per esempio dei giocattoli, oppure dei simboli facili da identificare.
Man mano che il bambino cresce, il medico utilizzerà test più accurati per quantificare meglio le funzioni visive.

MASSIMIZZARE L'USO DELLA VISIONE
Diverse raccomandazioni possono nascere dall'esame, basate sull'età del bambino e la sua abilità.
Possono essere prescritte delle lenti, anche in bambini molto piccoli, se è presente un significativo errore di rifrazione.
Occhiali da sole possono essere prescritti nel momento in cui si riscontrano problemi di sensibilità alla luce.

Vari tipi di strumenti per l'ipovisione possono essere usati per aiutare i bambini più grandi al fine di massimizzare l'uso della visione.
Occhiali ad alto potere o ingranditori con supporto a mano possono essere usati dal bambino quando questi legge o scrive. Il telescopio può essere utilizzato per aiutare il bambino a guardare la lavagna a scuola.
I bambini più grandi possono usare strumenti più sofisticati, come lenti montate su telescopio.
Se il bambino ha una significativa perdita del campo visivo, il medico può presentare dei giochi o altri oggetti in diversi punti del suo campo per permettergli il riconoscimento.
I bambini con perdita visiva periferica possono muovere lo sguardo al fine di ottenere maggiore fiducia e riconoscimento del proprio ambiente.
Per i bambini in età scolare bisogna informare gli insegnanti in modo che vengano assegnati dei posti particolari e fornire a questi piccoli pazienti materiale a stampa larga. Sia i parenti, sia gli insegnanti devono essere istruiti affinché incoraggino i bambini a tenere i libri vicino per riuscire a vedere meglio.
Forse la cosa più importante che i genitori di un bambino ipovedente possono fare è quella di fare delle domande all'oculista.
Ogni bambino è unico, ma ci sono pochissime cose che non possono essere valutate.
Capire come vede il bambino, e cosa si può fare per aumentare la capacità visiva, può aiutarlo nella crescita e nello sviluppo e ridurre un handicap altrimenti definitivo.