CORDARONE - 20CPR 200MG
Scheda analitica
Nome Commerciale |
CORDARONE - 20CPR 200MG |
Azienda |
SANOFI-SYNTHELABO SpA |
MAX PEZZI |
2 |
PREZZO |
6,00 euro |
TICKET |
0 euro |
CLASSE |
A |
RICETTA |
B |
RIPETIBILE ART.4 DL539/92 |
SIGLA SSN |
CONCEDIB.ESENTE |
ATC |
C01BD01
AMIODARONE |
PRINCIPIO ATTIVO |
AMIODARONE CLORIDRATO |
NOTA |
|
FORMA e CONT. |
COMPRESSE |
GRUPPO TERAP. |
CARDIOVASCOLARI ANTIARITMICI |
TIPOLOGIA |
AMIODARONE |
STUPEFAC. |
|
VALIDITA' |
36 MESI |
TEMP. CONS. |
A TEMPERATURA AMBIENTE |
CONCESSIONARIA |
|
Scheda tecnica
DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
CORDARONE 200 mg compresse |
COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
Una compressa contiene: Principio attivo
amiodarone cloridrato 200 mg |
FORMA FARMACEUTICA
Compresse divisibili |
INFORMAZIONI CLINICHE
- Indicazioni terapeutiche
Terapia e prevenzione di gravi disturbi
del ritmo resistenti alle altre terapie
specifiche: tachicardie sopraventricolari
(parossistiche e non parossistiche)
extrasistoli atriali, flutter e
fibrillazione atriale. Tachicardie
parossistiche sopraventricolari reciprocanti
come in corso di Sindrome di
Wolff-Parkinson-White. Extrasistoli e
tachicardie ventricolari. Trattamento
profilattico delle crisi di angina pectoris.
- Posologia e modo di somministrazione
L'amiodarone ha peculiari caratteristiche
farmacologiche (assorbimento orale del 50%,
estesa distribuzione tissutale, lenta
eliminazione, ritardata risposta terapeutica
per via orale) ampiamente variabili da
individuo ad individuo; per questo la via di
somministrazione, il dosaggio iniziale e
quello di mantenimento debbono essere
valutati caso per caso, adattandoli alla
gravità dell'affezione e alla risposta
clinica. I dosaggi raccomandati sono: -
Trattamento dei disturbi del ritmo: Il
dosaggio medio iniziale consigliato è di 600
mg al giorno fino ad ottenere una buona
risposta terapeutica, in media entro due
settimane. Successivamente la dose può
essere gradualmente ridotta fino a stabilire
la dose di mantenimento abitualmente
compresa tra 100-400 mg al giorno. Quando
sia difficile stabilire una soddisfacente
dose giornaliera di mantenimento, si può
ricorrere ad una terapia discontinua (es.
2/3 settimane al mese o 5 giorni a
settimana). - Trattamento profilattico delle
crisi di angor: attacco: 600 mg al giorno
per circa 7 giorni mantenimento: 100-400 mg
al giorno o in maniera discontinua (5 giorni
a settimana o 2/3 settimane al mese).
Terapia concomitante Per i pazienti che
assumono amiodarone in concomitanza a
inibitori dell'HMG-CoA reduttasi (statine),
(vedere paragrafi 4.4 - Speciali avvertenze
e precauzioni per l'uso e 4.5 - Interazioni
con altri medicinali ed altre forme
d'interazione).
- Controindicazioni
Ipersensibilità nota verso il prodotto o
allo iodio. Bradicardie sinusali; blocco
senoatriale; disturbi gravi di conduzione,
senza elettrostimolatore (blocchi
atrio-ventricolari gravi, blocchi bi- o
trifascicolari); malattia sinusale senza
elettrostimolatore (rischio di arresto
sinusale); associazione con farmaci in grado
di determinare "torsades de pointe" (vedere
"Interazioni"). Distiroidismi o antecedenti
tiroidei. Nei casi dubbi (antecedenti
incerti, anamnesi tiroidea familiare) fare
un esame della funzionalità tiroidea prima
del trattamento. Gravidanza, eccetto casi
eccezionali (vedere 4.6 “Gravidanza ed
allattamento”). Allattamento (vedere 4.6
“Gravidanza ed allattamento”).
- Speciali avvertenze e precauzioni per
l'uso
Speciali avvertenze L'amiodarone può
provocare manifestazioni collaterali di
frequenza e gravità diverse. Le
manifestazioni osservate con maggiore
frequenza non giustificano la sospensione
del trattamento (vedere 4.8 "Effetti
indesiderati"). Tuttavia sono stati
segnalati effetti collaterali gravi, in
particolare a carico del polmone o lesioni
da epatite cronica. Tossicità Polmonare La
tossicità polmonare correlata all'assunzione
di amiodarone è una frequente e grave
reazione avversa che si può manifestare fin
nel 10% dei pazienti e che può essere fatale
in circa l'8% dei pazienti affetti,
soprattutto a causa di una mancata diagnosi.
Il tempo d'insorgenza della reazione durante
la terapia varia da pochi giorni ad alcuni
mesi o anni di assunzione; in alcuni casi
l'insorgenza può avvenire anche dopo un
certo periodo di tempo dalla sospensione del
trattamento. Il rischio di tossicità non
rende tuttavia, sfavorevole il rapporto
rischio/beneficio dell'amiodarone che
mantiene la sua utilità. Occorre comunque
prestare la massima attenzione per
individuare immediatamente i primi segni di
tossicità polmonare, in particolare nei
pazienti affetti da cardiomiopatia e gravi
malattie coronariche nei quali tale
individuazione può essere più problematica.
Il rischio di tossicità polmonare da
amiodarone aumenta con dosaggi superiori a
400 mg/die, ma può presentarsi anche a bassi
dosaggi assunti per periodi inferiori a 2
anni. La tossicità polmonare si manifesta
con alveolite polmonare, polmonite,
polmonite interstiziale, fibrosi polmonare,
asma bronchiale. Pazienti che sviluppano
tossicità polmonare spesso presentano
sintomi non specifici, quali tosse non
produttiva, dispnea, febbre e calo
ponderale. Tutti questi sintomi possono
essere mascherati dalla patologia per la
quale è indicato l'amiodarone, e possono
essere considerevolmente gravi in pazienti
oltre i 70 anni di età, i quali di norma
presentano ridotte capacità funzionali o
pre-esistenti patologie a carico
dell'apparato cardio‑respiratorio. La
diagnosi precoce mediante controllo
radiografico polmonare ed eventualmente i
necessari accertamenti clinici e
strumentali, è di cruciale importanza in
quanto la tossicità polmonare è altamente
reversibile, soprattutto nelle forme di
bronchiolite obliterante e polmonite. La
sintomatologia e la obiettività polmonare
devono essere quindi controllate
periodicamente, e la terapia deve essere
sospesa in caso di sospetta tossicità
polmonare, prendendo in considerazione la
terapia cortisonica: la sintomatologia
regredisce di norma entro 2-4 settimane
della sospensione dell'amiodarone. In taluni
casi la tossicità polmonare può manifestarsi
tardivamente, anche dopo settimane dalla
sospensione della terapia: i soggetti con
funzionalità organiche non ottimali, che
potrebbero eliminare il farmaco più
lentamente debbono essere quindi monitorati
attentamente. In ogni caso la riduzione
della posologia o la sospensione del
trattamento dovranno venire considerate in
funzione sia della potenziale gravità
dell'effetto collaterale sia della gravità
della forma cardiaca in atto. Il farmaco
quindi deve essere utilizzato solo dopo aver
valutato accuratamente le condizioni del
paziente al fine di valutare se i benefici
attesi compensano gli ipotetici svantaggi;
inoltre il paziente dovrà essere
attentamente sorvegliato dal punto di vista
clinico e di laboratorio per poter cogliere
le manifestazioni avverse ai loro primi
segni ed adottare le misure idonee. L'azione
farmacologica dell'amiodarone provoca
cambiamenti elettrocardiografici:
prolungamento del QT (correlato ad un
allungamento della ripolarizzazione), con
eventuale comparsa di onde U; questi non
sono segni di tossicità. Nei pazienti
anziani può essere più accentuato il
rallentamento della frequenza cardiaca. Il
trattamento deve essere interrotto in caso
di insorgenza di blocco A-V di 2° o 3°
grado, di blocco senoatriale o di blocco
bifascicolare. In relazione al ridotto
effetto inotropo negativo, l'amiodarone può
venire utilizzato per via orale in caso di
insufficienza cardiaca. In caso di
contemporanea prescrizione di altri farmaci
cardiologici, assicurarsi che non esistano
interazioni medicamentose note (vedere 4.5
"Interazioni con altri medicinali e altre
forme di interazione”). La presenza di iodio
nella molecola di amiodarone può interferire
con la fissazione dello iodio radio-attivo.
Comunque i test di funzionalità tiroidea
(T3, T4, TSH ultrasensibile (us TSH))
rimangono interpretabili. In caso di
offuscamento visivo o di diminuzione
dell'acuità visiva, praticare un esame
oftalmologico (vedere 4.8 "Effetti
indesiderati"). Ogni compressa contiene 71
mg di lattosio, pertanto in accordo al
dosaggio raccomandato la quantità massima di
lattosio che è possibile assumere con
Cordarone è di 213 mg al giorno. Queste
compresse possono non essere adatte per
persone con intolleranza al lattosio,
galattosemia o sindrome da malassorbimento
di glucosio/galattosio. Precauzioni per
l'uso Prima di iniziare il trattamento si
raccomanda di effettuare l'ECG, il test
usTSH e di misurare il potassio sierico. Gli
effetti indesiderati dell'amiodarone (vedere
4.8. “Effetti indesiderati”) sono
generalmente dose‑dipendenti, quindi si deve
prestare particolare attenzione nel
determinare la dose minima efficace di
mantenimento, per evitare o minimizzare gli
effetti indesiderati. Nel corso del
trattamento è consigliabile evitare
l'esposizione alla luce solare o
proteggersi. L'amiodarone può provocare
distiroidismi (vedere 4.8. “Effetti
indesiderati”) in particolare in quei
pazienti con anamnesi personale o familiare
di disturbi della tiroide, o nei soggetti
anziani. Quindi si raccomanda di effettuare
monitoraggi clinici e biologici prima di
iniziare e durante il trattamento, e per
parecchi mesi dopo la sua interruzione. Nel
caso di disfunzione tiroidea sospetta si
devono misurare i livelli sierici di usTSH.
La conferma di un ipertiroidismo impone la
sospensione del trattamento che generalmente
è sufficiente ad avviare la guarigione
clinica. In caso di ipertiroidismo di grado
preoccupante, come tale, o in funzione delle
sue ripercussioni a livello cardiaco, per
l'efficacia incostante degli antitiroidei di
sintesi, è raccomandabile il ricorso ad una
corticoterapia decisa (1 mg/kg) e
sufficientemente protratta (3 mesi). Durante
il trattamento si raccomanda un monitoraggio
regolare della funzionalità epatica
(transaminasi). In caso di epatomegalia o
sospetta colestasi il farmaco dovrebbe
essere tempestivamente interrotto ed il
paziente sottoposto a controllo ecografico.
Un aumento (2-4 volte la norma) asintomatico
delle sole transaminasi non sembra
costituire invece indicazione alla
sospensione del farmaco. Per questi motivi
il farmaco non può essere utilizzato nei
pazienti con evidenti segni clinici e di
laboratorio di epatopatia in atto; nei casi
più lievi esso potrà essere impiegato solo
quando indispensabile e dovrà essere sospeso
allorché si manifesti un peggioramento del
danno epatico. Pazienti in età pediatrica:
in questi pazienti la sicurezza e
l'efficacia di amiodarone non sono state
dimostrate. Anestesia. Prima dell'intervento
chirurgico l'anestesista deve venire
informato che il paziente è in trattamento
con amiodarone (vedere 4.5 “Interazioni con
altri medicinali ed altre forme di
interazione”). Nel corso di uno studio
clinico non ancora concluso è stato
osservato un aumento del rischio di miopatia
di 10 volte nei pazienti trattati con
simvastatina alla dose di 80 mg/die e con
amiodarone. Pertanto nei pazienti che
assumono amiodarone in associazione a
simvastatina, il dosaggio di Simvastatina
non deve superare i 20 mg/die (vedere 4.5
Interazioni con altri medicinali ed altre
forme di interazione). La possibile
interazione di amiodarone con le altre
statine non è nota. Si suggerisce comunque
una particolare attenzione quando amiodarone
viene somministrato in associazione agli
inibitori dell'HMG - CoA reduttasi
(statine). Tenere fuori della portata dei
bambini.
- Interazioni
Associazioni controindicate -
Farmaci in grado di provocare “torsade de
pointes” (vedere 4.3 “Controindicazioni”): ·
antiaritmici come quelli della Classe IA,
sotalolo, bepridil. · non antiaritmici come
vincamina, sultopride, eritromicina i.v.,
pentamidina per somministrazione
parenterale, poiché si può avere un aumento
del rischio di “torsade de pointes”
potenzialmente letali. - Farmaci IMAO
Associazioni sconsigliate -
Betabloccanti ed alcuni calcioantagonisti
(verapamil, diltiazem) per la possibilità di
disturbi di automatismo (bradicardia
eccessiva) e di conduzione. - Lassativi
stimolanti: per la comparsa di una possibile
ipokaliemia aumentando di conseguenza il
rischio di “torsade de pointes”; si devono
quindi utilizzare altri tipi di lassativi.
Associazioni che necessitano cautela
- Farmaci in grado di dare ipokaliemia: ·
diuretici in grado di dare ipokaliemia, soli
o associati · glucocorticoidi e
mineralcorticoidi per via generale,
tetracosactide · amfotericina B per via i.v.
E' necessario prevenire l'ipokaliemia (e
correggerla se necessario), si deve
monitorare l'intervallo QT e, in caso di
“torsade de pointes”, non somministrare
antiaritmici (utilizzare un
elettrostimolatore; si può utilizzare
magnesio per via i.v.). - Anticoagulanti
orali: Poiché l'effetto degli anticoagulanti
orali è potenziato, aumentando così il
rischio di sanguinamento, è necessario
monitorare i livelli di protrombina in modo
più regolare ed aggiustare la posologia
degli anticoagulanti sia durante il
trattamento con amiodarone che dopo la sua
interruzione. - Digitale Possono presentarsi
disturbi nell'automatismo (eccessiva
bradicardia) e nella conduzione
atrioventricolare (azione sinergica);
inoltre è possibile un aumento delle
concentrazioni plasmatiche di digossina
dovuto ad una diminuzione della clearance
della digossina. Deve quindi essere
effettuato un monitoraggio clinico,
elettrocardiografico e biologico (includendo
eventualmente anche i livelli plasmatici di
digossina); potrebbe essere necessario
aggiustare la posologia della digitale. -
Fenitoina E' possibile un aumento dei
livelli plasmatici di fenitoina con sintomi
di sovradosaggio (in particolare sintomi
neurologici); quindi si deve effettuare un
monitoraggio clinico e non appena appaiono
sintomi da sovradosaggio si deve ridurre il
dosaggio della fenitoina; si devono
determinare i livelli plasmatici della
fenitoina. - Ciclosporina E' possibile un
aumento dei livelli plasmatici di
ciclosporina dovuti ad una diminuzione della
sua clearance; si deve aggiustare il
dosaggio. - Flecainide E' possibile un
aumento dei livelli plasmatici di
flecainide; si deve aggiustare il dosaggio.
- Anestesia (vedere 4.4.2 “Precauzioni per
l'uso”) In pazienti sottoposti ad anestesia
generale sono state riportate complicazioni
potenzialmente gravi: bradicardia (che non
risponde all'atropina), ipotensione,
disturbi della conduzione, diminuzione della
gettata cardiaca. E' stato osservato qualche
caso di complicazioni respiratorie gravi,
qualche volta ad evoluzione fatale,
generalmente nel periodo immediatamente
seguente un intervento chirurgico (sindrome
da distress respiratorio acuto dell'adulto);
ciò può essere correlato ad una possibile
interazione con un'alta concentrazione di
ossigeno. - Farmaci metabolizzati dal
citocromo P450 3A4: Quando tali farmaci sono
co-somministrati con amiodarone, inibitore
del CYP 3A4, si può verificare un
innalzamento delle loro concentrazioni
plasmatiche che comporterebbe un possibile
aumento della loro tossicità. L'associazione
di amiodarone con alte dosi di simvastatina
aumenta notevolmente il rischio di miopatia
(vedi paragrafo 4.4 Speciali avvertenze e
precauzioni per l'uso). La possibile
interazione di amiodarone con le altre
statine non è nota. Si suggerisce comunque
una particolare attenzione quando amiodarone
viene somministrato in associazione agli
inibitori dell'HMG- CoA reduttasi (statine).
- Gravidanza ed allattamento
Gravidanza Amiodarone è controindicato in
gravidanza, eccetto in casi eccezionali, a
causa dei suoi effetti sulla tiroide del
feto. Allattamento Amiodarone è
controindicato nelle madri che allattano
poiché viene escreto nel latte materno in
quantità significative.
- Effetti sulla capacità di guidare
veicoli e sull'uso di macchine
La sostanza non interferisce,
normalmente, sulla capacità di guidare e
sull'uso delle macchine.
- Effetti indesiderati
Cardiaci - Bradicardia, che è
generalmente moderata e dose-dipendente. In
alcuni casi (disfunzioni del nodo sinusale,
pazienti anziani) sono stati riportati
bradicardia marcata o, eccezionalmente,
arresto sinusale. - Si sono manifestati casi
rari di disturbi della conduzione (blocco
seno-atriale, blocco A-V di vario grado). -
Sono stati riportati casi di insorgenza o di
peggioramento dell'aritmia, seguiti a volte
da arresto cardiaco; sulla base delle
conoscenze attuali, non è possibile
differenziare ciò che è dovuto al farmaco da
ciò che può essere correlato alle condizioni
cardiache di base o da ciò che può essere il
risultato di una perdita di efficacia della
terapia. Questi effetti vengono riportati
più raramente che con la maggior parte degli
altri farmaci antiaritmici e generalmente si
presentano nel caso di alcune interazioni
con altri farmaci o di disturbi
elettrolitici (vedere 4.5. “Interazioni con
altri medicinali ed altre forme di
interazione”). Oftalmologici - Sono
generalmente presenti microdepositi
corneali, ma sono limitati all'area sotto la
pupilla e non richiedono l'interruzione del
trattamento. Eccezionalmente possono
accompagnarsi alla percezione di aloni
colorati in una luce abbagliante o a visione
offuscata. I microdepositi corneali sono
costituiti da depositi lipidici complessi e
sono reversibili dopo sospensione del
trattamento. - E' stato osservato qualche
caso di neuropatia/nevrite ottica.
Attualmente non è stato formalmente
stabilito il rapporto con amiodarone. Poichè
la neuropatia ottica può progredire a
cecità, si raccomanda un esame oftalmologico
completo, che comprende la fondoscopia,
qualora la visione si presenti offuscata o
diminuita. La comparsa di neuropatia e/o
neurite ottica richiede una rivalutazione
della terapia con amiodarone.
Dermatologici - Fotosensibilizzazione: i
pazienti devono essere informati che durante
la terapia devono evitare di esporsi al sole
(e ai raggi UV). In corso di radioterapia
possono presentarsi casi di eritema. - Sono
stati riportati rash cutanei, generalmente
non specifici, che includono casi
eccezionali di dermatite esfoliativa, la cui
relazione con il farmaco non è stata
formalmente stabilita. - In caso di
trattamento prolungato con dosaggi
giornalieri elevati possono presentarsi
pigmentazioni di colore bluastro o grigio
ardesia; tali pigmentazioni scompaiono
lentamente dopo l'interruzione del
trattamento. Tiroidei (vedere 4.4.2
“Precauzioni per l'uso”) - In relazione
alla struttura chimica dell'amiodarone, sono
solite presentarsi isolate alterazioni
biochimiche (aumento del T4, mentre il T3 è
normale o leggermente diminuito). In tali
casi e in assenza di qualsiasi
manifestazione clinica di disfunzione
tiroidea, il trattamento non deve essere
interrotto. - Ipotiroidismo: i seguenti
segni clinici, generalmente lievi, devono
portare ad una diagnosi di ipotiroidismo:
aumento di peso, attività ridotta,
bradicardia eccessiva in relazione
all'effetto atteso dell'amiodarone. Tale
diagnosi è supportata da un chiaro aumento
nel siero di TSH ultrasensibile. In genere
si ottiene l'eutiroidismo entro 1-3 mesi
dall'interruzione del trattamento. In
situazioni di pericolo di vita, è possibile
proseguire la terapia con amiodarone, in
associazione a L-tiroxina. Il dosaggio di
L-tiroxina deve essere stabilito in base ai
livelli di TSH. - Ipertiroidismo: può
presentarsi durante il trattamento e fino a
parecchi mesi dopo la sua interruzione. I
seguenti segni clinici, generalmente lievi,
devono portare ad una diagnosi di
ipertiroidismo: perdita di peso, insorgenza
di aritmia, angina, insufficienza cardiaca
congestizia. Tale diagnosi è supportata da
una chiara diminuzione nel siero di usTSH:
in tale caso il trattamento con amiodarone
deve essere sospeso. Il ricupero
generalmente avviene entro pochi mesi dalla
fine del trattamento, mentre la guarigione
clinica precede la normalizzazione dei test
della funzionalità tiroidea. I casi gravi,
che qualche volta possono essere fatali,
richiedono un trattamento terapeutico
d'urgenza. Il trattamento deve essere
stabilito su base individuale: farmaci
antitiroidei che possono non essere sempre
efficaci, terapia corticosteroidea,
beta‑bloccanti... Epatici (vedere
4.4.2.”Precauzioni per l'uso”) - Sono
stati riportati, all'inizio della terapia,
aumenti isolati, generalmente moderati (da
1,5 a 3 volte rispetto alla norma) delle
transaminasi sieriche; questi aumenti
possono regredire con la diminuzione della
dose o anche spontaneamente. - E' stato
anche riportato qualche caso di epatopatia
acuta, talvolta fatale, con transaminasi
sieriche elevate e/o ittero; in tali casi il
trattamento deve essere interrotto. Sono
state anche riportate epatopatie croniche
(epatiti pseudo-alcooliche, cirrosi). I
segni clinici e le alterazioni biologiche
possono essere minime (possibile
epatomegalia, transaminasi elevate da 1,5 a
5 volte il normale). Si raccomanda quindi
durante la terapia un monitoraggio regolare
della funzionalità epatica. Generalmente le
anormalità cliniche e biologiche
regrediscono quando si interrompe il
trattamento, ma sono stati riportati dei
casi fatali. Polmonari - Nel 10%
circa dei pazienti si può manifestare grave
tossicità polmonare che può anche essere
fatale, soprattutto se non viene fatta una
diagnosi tempestiva. Tale tossicità
comprende alveolite polmonare, polmonite,
sintomi asmatici, polmonite lipoide e
fibrosi polmonare. La tossicità polmonare,
la tosse e la dispnea possono essere
accompagnate da segni radiografici e
funzionali di polmonite interstiziale
(alterazione della diffusione
alveolo-capillare); l'emergere di questi
segni clinici richiede la sospensione della
terapia e la somministrazione di farmaci
corticosteroidei. Tale sintomatologia può
manifestarsi anche tardivamente dopo
sospensione della terapia: è quindi
richiesto un attento e prolungato
monitoraggio del paziente al fine di
individuare possibili alterazioni della
funzionalità polmonare - Nei pazienti che
manifestano dispnea da sforzo, da sola o
associata a un decadimento dello stato
generale (affaticamento, diminuzione di
peso, febbre) deve essere effettuato un
esame radiologico del torace. - I disturbi
polmonari sono generalmente reversibili dopo
una precoce interruzione della terapia con
amiodarone. Generalmente i segni clinici si
risolvono entro 3-4 settimane, seguiti da un
miglioramento più lento della funzionalità
polmonare e del quadro radiologico (parecchi
mesi). Quindi si deve sospendere la terapia
con amiodarone e si deve valutare la terapia
con i corticosteroidi. - E' stato riportato
qualche caso di broncospasmo nei pazienti
con insufficienza respiratoria grave, e
specialmente nei pazienti asmatici. - E'
stato osservato qualche caso, talvolta
fatale, di sindrome da distress respiratorio
acuto, in genere immediatamente dopo un
intervento chirurgico (può essere correlata
ad una possibile interazione con un'alta
concentrazione di ossigeno). Neurologici
- Sono stati osservati rari casi di
neuropatia periferica sensomotoria e/o
miopatia, generalmente reversibile con
l'interruzione del farmaco. - Altri: tremore
extrapiramidale, atassia cerebellare,
eccezionale ipertensione intracranica
benigna (pseudo-tumor cerebri), incubi.
Altri - Generalmente, con la dose di
carico si presentano disturbi
gastrointestinali benigni (nausea, vomito,
disgeusia) che regrediscono con la riduzione
della dose. - Alopecia. - Sono stati
riportati qualche caso di epididimite e
alcuni casi di impotenza. La relazione con
il farmaco non è stata stabilita. - Si sono
verificati casi rari di manifestazioni
cliniche varie che possono essere segno di
una reazione di ipersensibilità: vasculiti,
complicazioni renali con aumento dei livelli
di creatinina e trombocitopenia. E' stato
anche riportato qualche caso eccezionale di
anemia emolitica o aplastica.
- Sovradosaggio
Sono disponibili poche informazioni
relative al sovradosaggio acuto con
amiodarone. E' stato riportato qualche caso
di bradicardia sinusale, arresto cardiaco,
attacchi di tachicardia ventricolare,
“torsade de pointes”, insufficienza
circolatoria e danno epatico. Il trattamento
deve essere sintomatico. Amiodarone e i suoi
metaboliti non sono dializzabili.
|
PROPRIETA' FARMACOLOGICHE
- Proprietà farmacodinamiche
Codice ATC: C01BD01, Sistema
cardiovascolare, antiaritmici, classe III
Proprietà anti-aritmiche: -
Allungamento della fase 3 del potenziale
d'azione della fibra cardiaca dovuto
principalmente ad una diminuzione della
corrente del potassio (Classe III secondo la
classificazione di Vaughan Williams); questo
allungamento non è correlato con la
frequenza cardiaca. - Automaticità sinusale
ridotta, che porta a bradicardia,
insensibile alla somministrazione di
atropina. - Inibizione alfa- e
beta-adrenergica non competitiva. -
Rallentamento nella conduzione senoatriale,
atriale e nodale, che è più marcato quando
la frequenza cardiaca è alta. - Nessun
cambiamento della conduzione
intraventricolare. - A livello atriale,
nodale e ventricolare: aumento del periodo
refrattario e diminuzione dell'eccitabilità
del miocardio. - Rallentamento della
conduzione e prolungamento dei periodi
refrattari in vie atrioventricolari
accessorie. Proprietà anti-ischemiche:
- Caduta moderata della resistenza
periferica e diminuzione della frequenza
cardiaca con conseguente riduzione del
fabbisogno di ossigeno. - Antagonismo non
competitivo per i recettori alfa- e
beta-adrenergici. - Aumento della gettata
coronarica dovuto ad un effetto diretto
sulla muscolatura liscia delle arterie del
miocardio. - Mantenimento della gettata
cardiaca dovuto a diminuzione della
pressione aortica e della resistenza
periferica. Altro: - Nessun effetto
inotropo negativo significativo.
- Proprietà farmacocinetiche
Dopo somministrazione orale, amiodarone è
assorbito lentamente e in modo variabile.
Amiodarone ha un volume di distribuzione
molto grande, ma variabile a causa del vasto
accumulo in vari distretti (tessuto adiposo,
organi altamente perfusi come il fegato, i
polmoni e la milza). La biodisponibilità
orale varia tra il 30 e l'80%, a seconda del
singolo paziente (il valore medio è circa il
50%). Dopo somministrazione singola, la
concentrazione plasmatica al picco viene
raggiunta dopo 3-7 ore. Gli effetti
terapeutici si ottengono generalmente dopo
una settimana (da pochi giorni a due
settimane) a seconda della dose di carico.
Amiodarone ha un'emivita lunga e mostra una
variabilità individuale considerevole (da 20
a 100 giorni). Durante i primi giorni di
terapia, il farmaco si accumula in quasi
tutti i tessuti, specialmente in quello
adiposo. L'eliminazione si verifica dopo
qualche giorno e la concentrazione
plasmatica allo steady-state viene raggiunta
tra uno e parecchi mesi, a seconda del
singolo paziente. Considerando le
caratteristiche suddette, devono essere
usate dosi di carico per ottenere
rapidamente i livelli tissutali necessari ad
avere un effetto terapeutico. Ogni dose di
200 mg di amiodarone contiene 75 mg di
iodio, dei quali 6 mg si staccano dalla
molecola come iodio libero. Amiodarone viene
escreto principalmente per via biliare e
fecale. L'escrezione renale è trascurabile:
ciò consente la somministrazione di dosi
standard in pazienti con insufficienza
renale. Dopo interruzione del trattamento,
l'eliminazione continua per parecchi mesi;
quindi si deve tenere in considerazione la
persistenza, da 10 giorni ad un mese,
dell'effetto farmacodinamico.
- Dati preclinici di sicurezza
Tossicità acuta: DL50 nel ratto 170 mg/kg
i.v., > 3000 mg/kg os, nel topo 450 mg/kg
i.p., > 3000 mg/kg os, nel cane beagle
85-150 mg/kg i.v. Tossicità cronica: non
sono stati rilevati fenomeni di mortalità,
cali ponderali o variazione dei parametri
biologici a dosi orali fino a 37,5 mg/kg/die
(4 settimane) e 16 mg/kg/die (52 settimane)
nel ratto e fino a 12,5 mg/kg/die nel cane.
Teratogenesi: indagini effettuate nel ratto
(100 mg/kg/die) e nel coniglio (75
mg/kg/die) non hanno evidenziato segni di
tossicità fetale.
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INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
- Eccipienti
Lattosio monoidrato, amido di mais,
polividone, silice colloidale anidra,
magnesio stearato.
- Incompatibilità
Non sono note incompatibilità.
- Speciali precauzioni per la
conservazione
Nessuna speciale precauzione.
- Natura e contenuto della confezione
Astuccio di cartone contenente 2 blister
di 10 compresse ciascuno.
- Istruzioni per l'uso e la
manipolazione
Nessuna
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TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE
ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
SANOFI-SYNTHELABO S.p.A. - Via Messina, 38 -
Milano. |
NUMERO DI AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE
IN COMMERCIO
A.I.C. n° 025035015 |
REGIME DI DISPENSAZIONE AL PUBBLICO
Da vendersi dietro presentazione di ricetta
medica. |
DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO
DELL'AUTORIZZAZIONE
Rinnovo: 01.06.2000 |
DATA DI REVISIONE DEL TESTO
Settembre 2003 |
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